Il nucleo centrale del testo dello spettacolo è stato scritto da Violetta Chiarini nel 2000, ha vinto alcuni premi teatrali, tra cui il premio Fersen 2004 ed è stato pubblicato nel 2006 da Editoria e spettacolo nella collana "Percorsi", col titolo "Ci ho da fare". "Foemina non ridens" è dunque antesignano di temi oggi più che mai di palpitante attualità. Essi vengono approfonditi e sviluppati attraverso lo scontro dialettico tra vari personaggi, da cui il sottotitolo di "dialoghetti". Fra i tanti temi, quello della famiglia e del dialogo uomo-donna; quello dell'omosessualità, vista in un'ottica diversa e, in particolare, quello della condizione femminile, tornata prepotentemente alla ribalta con la tragica realtà del femminicidio. Anche la situazione della donna di oggi viene qui considerata in una prospettiva completamente nuova, con la proposta di un neofemminismo che, pur basandosi - come il più recente movimento delle donne - sul valore della differenza piuttosto che sull'emancipazione, esce tuttavia dai canoni di entrambi per divenire più costruttivo e risolutivo. Ma il tema trattato con maggiore passione è certamente quello della difesa della vita dal concepimento alla morte naturale. A tal proposito sono presenti nel testo citazioni dall’enciclica “Humanae vitae” di Giovanni Paolo II e dalla sua “Lettera alle donne”. A parte le autorevoli parole del Papa - da ultimo anche di Papa Francesco - gli argomenti di “Foemina non ridens”, pur di contenuto estremamente significativo e capaci di stimolare il dibattito, vengono proposti in chiave divertente, talvolta esilarante. Riportiamo in proposito la motivazione del premio Lago Gerundo: "Autrice di testi graffianti e sempre colti, ma anche attrice e cantante di classe, Violetta Chiarini conferma in questa sua nuova commedia una vena satirica inconsueta nel nostro paese, controcorrente, davvero fuori dal coro e lontanissima dalla satira a senso unico, oggi dominante in TV e in teatro. Il suo è un ritratto irresistibilmente comico, ma anche amaramente risentito di un costume italiano dominato dalle parole d’ordine, dal finto moralismo, dall’ideologismo che copre il vuoto delle idee e insieme interessi molto concreti." (Il Presidente di sezione Giovanni Antonucci)
Testo vincitore della selezione per la sezione "Donne allo specchio" della rassegna di Drammaturgia Italiana Contemporanea "Inedite Visioni"- Roma , Teatro "Lo Spazio", gennaio 2013 e tratto da "SONO OBERATA" , della stessa autrice. Premio letterario Internazionale Lago Gerundo-Europa e Cultura 2011-sezione teatro.