Così la critica

HANNO SCRITTO DI VIOLETTA CHIARINI

 

*GIORGIO PROSPERI - IL TEMPO-... La Chiarini canta senza sdolcinature o trilli o gorgheggi, in quel difficile equilibrio tra popolare e intellettuale, che è un raro traguardo.

*GHIGO DE CHIARA - AVANTI! - Una serata con Violetta Chiarini è occasione da consigliare a chi voglia (o ancora sappia) svagarsi con intelligenza: la Chiarini è di quei personaggi che un tempo si definivano “animali da palcoscenico”…

*ROBERTO GERVASO - RIDOTTO - … Una delle poche mattatrici del nostro teatro. Una coppa di champagne d’annata tra tanti bicchieri di vino, annacquato o, comunque, sofisticato. Vedendo e ascoltando Violetta, non ci si ubriaca: ci si  inebria. Non ci si ricrea soltanto: si sogna.

*ANGELO PIZZUTO - SIPARIO -  Non ci si può accostare a uno spettacolo di Violetta Chiarini per semplice diletto, per pur legittima evasione verso il teatro leggero. Dal momento che, se di leggerezza dovrebbe trattarsi, sarebbe quella – in verità più “pesante”, come scriveva Peter Handke- della Storia, dei suoi riti e dei suoi cicli leggiadri e implacabili, cruenti e in guanti gialli. Di tale dicotomia Violetta Chiarini si fa testimone colta, eburnea, affascinante: musa sibillina e severa di un’esperienza di palcoscenico che a noi pare il corrispettivo di ciò che in politica è l’immagine di Giano: la diplomazia da una parte, il napalm dall’altra.

*ERASMO VALENTE - L’UNITA’- …Violetta Chiarini, attrice, “chanteuse” elegante, raffinata…

*DANTE CAPPELLETTI - IL TEMPO-…Quale gusto in quelle canzoni, quale precisione vocale, quale rara cura nel fare del canto un mezzo che si nutre fino in fondo di teatro…

*MARICLA BOGGIO - RIDOTTO - E’un’autrice, ma è anche un’attrice, una regista di se stessa… Violetta Chiarini si muove con leggerezza tra teatro e café chantant…E viaggia, Violetta, con un sorriso che non è mai stereotipato perché lo anima un’interna capacità di giudizio, una saggezza che evita il dramma e si fa  considerazione sdrammatizzante di ogni cosa.

*LUCIO CHIAVARELLI - PRIMA FILA - … Uno spettacolo di livello davvero internazionale viene offerto da quel genietto malizioso e coltissimo che è Violetta Chiarini… sa ricreare senza imitarle tutte le suggestioni delle grandi star che lanciarono quelle canzoni, con un sorvegliatissimo gusto interpretativo e con una sorprendente duttilità vocale.

*FERNANDO BEVILACQUA - SIPARIO -  Violetta Chiarini entra in scena e subito conquista il pubblico con la sua snella silhouette… il viso è illuminato da grandi occhi verdi, e riccioli biondi le coronano la fronte… e tutta la figura reca i segni di una spontanea femminilità.

*NICOLETTA PRINZI - IL CORRIERE DI ROMA - …E’ con innesti sapienziali nel ramo dell’arte teatrale che un’attrice, innata come tale, ha coltivato la sua predisposizione crescendo in fioritura di soubrette internazionale. Così, da iniziale attrice, Violetta Chiarini si è moltiplicata in tante Violette Chiarini da formarne un bouquet… Per eleganza di stile e come interpreti indefettibili, le Violette Chiarini hanno scettro di attrici elitarie.

*CARLO VALLAURI - SCENA ILLUSTRATA - …La qualità principale della Chiarini è nell’estrema rigorosità di scelte: i testi, le cadenze, i ritmi si susseguono in un alternarsi di situazioni capaci di rendere con gusto e finezza diverse fasi dei nostri anni trascorsi. E’ difficile poter rendere contemporaneamente tanti stati d’animo, ma la freschezza e la vivacità di questa attrice-cantante ne fanno uno degli elementi che con maggiore linearità riescono a portare in scena, con la loro semplice presenza, tanti motivi vitali.

*NICOLA COSPITO - SECOLO D’ITALIA - …Sin dai primi momenti dello spettacolo, il pubblico ha la percezione di trovarsi di fronte a una soubrette di livello internazionale, capace di coinvolgere e di trascinare  con forza straordinaria…

*MONICA BRIZZI - SCENA ILLUSTRATA - …Non è facile racchiudere in poche righe la complessità e poliedricità di Violetta Chiarini, figura di artista versatile di grande professionalità che ha avuto il coraggio di scegliere il proprio iter con intelligenza ed entusiasmo… Per capire fino in fondo le potenzialità di Violetta Chiarini è forse necessario assistere ad un suo spettacolo e vedere in prima persona il profondo rispetto che la lega al pubblico e al Teatro in un percorso artistico in continua evoluzione …

*LAURA SILVIA BATTAGLIA - LA SICILIA - Non è l’angelo nero Razmataz, né “der blaue Engel”di von Sternberg, perché lei è bionda, sottile, nervosa: angelo è comunque – tremendamente affascinante – ma nella voce e sul corpo ha impressi i mille e mille personaggi che indossa e smette come le pelli del camaleonte.  E’ un fenomeno di teatro Violetta Chiarini, attrice, cantante, autrice: un folletto del tabarin…La Chiarini sfodera fin dall’inizio un’accentuazione precisa, una notevole densità drammatica, stemperata, quando è il caso e quanto basta, con un sorriso ironico, con la sua colta leggerezza, sorretta da un’eclettica personalità…Il successo di pubblico si tocca con mano e, per ripagare il tutto, Violetta  si trasforma in “Lilì Marleen” nel bis. Adesso sì che è pure un angelo azzurro.

*SILVANA CARLETTI - ESSENZA -…Violetta Chiarini ed, immediatamente, il palcoscenico comincia ad animarsi di vivacità, di eleganza, di stile…Melodie e testi  poetici che fanno parte della nostra memoria e che la poliedrica Violetta riesce a far rivivere con profonda e autentica partecipazione e con un convincimento emotivo che cattura il pubblico.

*ALESSANDRO MAGNIFICO - IL CORRIERE DEL TEVERE - Una signora bella e dolcissima che è riuscita ad emozionare un folto pubblico.

*TOMMASO CHIARETTI - LA REPUBBLICA - Violetta Chiarini appartiene a una forma di teatralità che non sapremmo dire che sia cabaret… E’ una voglia più antica e saporosa di intrattenimento…E’ una penetrante voglia di credere al teatro…

*EUGEN GALASSO - CENERENTOLA - Chiarini …una delle certezze del teatro attuale.

Violetta vista da GIANFRANCO CALLIGARICH

 

Ripensando alla mia decennale esperienza teatrale di fondatore e direttore del Teatro XX Secolo al Fontanone del Gianicolo, i dieci anni probabilmente più adrenalinici che ricordi nella mia attività di scrittore e regista, la cosa che ricordo con maggiore soddisfazione è la possibilità che avevo di ospitare tutta una serie di artisti a cui il teatro delle grandi sale negava quella valorizzazione che invece il loro talento e la loro passione avrebbero meritato. Nessuno di loro,  e questa era la cosa che li rendeva particolarmente amabili, se ne faceva un problema, anzi, a volte li rendeva orgogliosi della loro libertà e indipendenza dai canoni del teatro commerciale. Violetta Chiarini però aveva qualcosa di più. Violetta aveva un suo pubblico assolutamente fedele ed entusiasta che la seguiva ovunque si esibisse e questo significava, avendo lei in scena, che il teatro era pieno tutte le sere, cosa particolarmente gradita per un teatro piccolo e indipendente come il XX Secolo. Quanto a lei ricambiava il suo pubblico con altrettanto affetto, giocandosi con ironia e rara grazia un ruolo da diva un po' evanescente e ancien regime come le canzoni che cantava, riuscendo a ottenere il massimo risultato che i veri artisti della leggerezza, e lei lo era, possano ottenere, far sorridere e commuovere insieme. Violetta Chiarini, armata di una indistruttibile fragilità, è una voce che resiste alla volgarità che ormai invade le scene, conscia che solo le vecchie canzoni vale la pena di cantare. Non solo perché spesso erano migliori, con più grazia e sentimento, di quelle di oggi, ma come sapendo che la vita assume il suo significato più toccante solo quando tale scopriamo essere appunto stata, una vecchia canzone.

            Gianfranco Calligarich-scrittore, drammaturgo, regista  ( Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. )



 

HANNO SCRITTO DI VIOLETTA-CATERINA

RADIOCORRIERE TV (anno LXX n.2-“Le due facce di Violetta Chiarini”) “…Un personaggio che il pubblico ha già imparato a conoscere: Caterina, voce del buon senso comune…riesce a esprimere l’innata saggezza presente in tutti noi. Caterina è il secondo alter ego teatrale della Chiarini…serva di scena e balia asciutta… che parla una lingua reinventata, ma perfettamente comprensibile,…vivace e divertente che si può paragonare all’antico bergamasco storicizzato da Dario Fo  nel “Mistero Buffo”.  Per questo il personaggio ha trovato consensi sia tra il pubblico – che ha apprezzato le capacità umoristiche della Chiarini, anche in situazioni di per sé non comiche- sia presso la critica, che ha messo in evidenza il raffinato lavoro di ricerca linguistica intorno a un carattere popolare.  Caterina è una donna che vive le sue avventure quotidiane con un candore disarmante… ma che è anche capace di graffiare con la semplicità di chi non è e non vuol essere omologato.

GIORGIO PROSPERI -Il Tempo-…Una soubrettina di tipo goldoniano, svelta, guizzante, spiritosa, con movimenti espressivi nel comico e nel patetico, e un tonificante senso del ritmo.  La seconda parte, quasi tutta in prosa, sempre sorvegliata dal gusto e dalla tecnica impeccabile di Sergio Bargone, è un po’ ciò che nel vecchio teatro era la comica finale.  Violetta, dopo essere stata stella protagonista, diventa la ciarliera cameriera della stella, al corrente dei segreti della padrona, in grado a volte di sostituirla e a volte di combinare pasticci… Violetta Chiarini porta lo spettacolo alla sua esatta misura e offre tutta la gamma di un’attrice originale tanto nella parte cantata, quanto in quella recitata, che non distano e non sono diverse  quanto si ha il torto di credere che lo siano.  Ce ne fossero di spettacoli del genere!, apprezzati, loro malgrado, anche da chi si fa campione del pop e del rock…Caldi e meritati applausi. 

GHIGO DE CHIARA -Avanti!-… Dopo questo invito insinuante alla nostalgia… la Chiarini si esibisce anche da autrice in proprio nella parte di una servetta Caterina che, smarronando in un comico linguaggio di derivazione umbra, va ad infilarsi in ragionamentazioni di delizioso nonsenso.  E il pubblico ride e si spella le mani.

 MICHELE GALDIERI- Il Messaggero-…La Chiarini…nei due ruoli di una star internazionale e della sua colf, burina, ma ricca di tanto buon senso popolare.  Il testo è ricco di intelligenti notazioni che, se non proprio di taglio cabarettistico, riescono ugualmente a fare centro: vedi il pezzo della corrida e quello della visita ginecologica.  La Chiarini – autrice e interprete- ha dato al rincorrersi del vernacolo tosco-umbro parlato dalla fantesca con il linguaggio forbito della star la giusta calibratura per un successo più che meritato.

NICOLA COSPITO-Secolo d’Italia-…Un recital molto atteso e salutato dal pubblico con caloroso entusiasmo…pregnante e fortemente vivificato dalla estrosa e  multiforme personalità della protagonista, Violetta Chiarini, cantante, autrice ed attrice, capace di inventare e proporre personaggi, di esaltare la semplicità e le virtù popolari, di ironizzare sulle stucchevoli mode della società del nostro tempo.

EMILIA COSTANTINI-Corriere della sera-…Violetta e Caterina, la padrona e la servetta saccente:la prima romantica cantante amante dell’amore in carta patinata, la seconda realistica e disincantata  collaboratrice domestica.  Ma chi sono, chi rappresentano i due personaggi femminili?  Simboleggiano forse la doppia faccia della condizione sociale della donna. Personificano le complici ambiguità, le contraddittorie verità di un modo di sentire coniugato al femminile. 

TONINO SCARONI- Il Tempo- …Violetta Chiarini, autrice e interprete di “Io e me”, un curioso dialogo tra una star internazionale e un alter ego serva e dama di compagnia… Dialogo fatto di divertenti e intelligenti contrasti che si sviluppano anche nella ricerca del diverso  linguaggio, e che, alla fine, fa sorgere il dubbio se davvero esistano queste due “persone” o se lo spettacolo non voglia invece raccontarne una sola attraverso due facce tanto diverse. Divertissement condito, naturalmente, dalle belle canzoni interpretate dalla Chiarini, anche qui in veste di autrice. 

MARICLA BOGGIO –Avanti!- Il lato popolare dell’esibizione acquista il suo spessore attraverso uno sdoppiamento della Chiarini, da diva a donna di servizio: subentra Caterina, il personaggio di sua invenzione che lei porta in giro da anni.  La Bertinetti le ha dato un’ambiguità inquietante, a cui non è certo estranea la lezione di Genet ne “Le serve” (padrona e serva si immedesimano)…Molti applausi nel corso della serata.

RITA DI ROSA-Secolo d’Italia-…La “colfa” dissacra la padrona affettuosamente, con semplicità. Una collaboratrice domestica colma di buon senso popolare, a tratti duro, a tratti innocente.  La cronaca di due personalità, “servo-padrone”, che si intrecciano, tracciando la linea della loro vita come piccoli segmenti d’ironia che collocano perfettamente  la Chiarini nella sua realtà artistica.

VINCENZO SANFILIPPO-Prima Fila on line …La brillante interpretazione dei personaggi che la Chiarini rievoca, anzi visualizza in palcoscenico, offre composizioni espressive scenicamente interessanti, scaturite dalle molteplici possibilità interpretative date dalla descrizione pastellata dei caratteri. E ciò lavorando su più registri: quello dell’esposizione, quello della narrazione d’azione e quello dell’interpretazione dei personaggi evocati, dimostrando che nel teatro il gioco interpretativo divertente ed efficace è strumento di comunicazione dell’attore col suo pubblico, laddove quest’ultimo acconsente ad un coinvolgimento esistenziale e subliminale: intravedendo nel divertimento la centralità dell’applauso, quale effetto catartico, copiosamente rivolto all’interprete.  La progettualità scritturale  di Violetta Chiarini ...  si rafforza in quel calembour d’intrighi, e relative complicazioni, che diventano- amabilmente- armamentario scenico con il quale arrivare al cuore, pulsante e pensante, della platea.